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Jean-Hippolyte Michon 1806-1881

La grafologia francese prende le basi Jean Hippolyte Michon. Egli nacque nel 1806 a Roche-Fessange, e all’età di 24 anni prese i voti per diventare sacerdote.

Si dedicò allo studio della grafologia negli ultimi anni della sua vita, sperando che i suoi studi potessero dar luogo ad una vera e propria scienza. Il suo primo libro, del 1871, è Les mystères de l’écriture, scritto a quattro mani con A. Desbarolles, studioso a sua volta di grafologia, frenologia e morfopsicologia

L’accento viene posto in particolare sulla spontaneità del movimento scrittorio e sulla variazione della grafia solo entro limiti ben definiti per ogni singolo individuo. Tali variazioni evolvono e si modificano però con l’età.


Jean Michon, nello spiegare i suoi concetti grafologici, definisce diverse “leggi”. Molto importante è l’organizzazione o la disorganizzazione delle diverse lettere, più una lettera è armonica e più lo scrivente si avvicina alla perfezione intellettiva e morale. A tal fine presenta ogni lettera dell’alfabeto, evidenziando alcuni segni grafologici verificabili. In tutto ne classifica circa 160.

A seconda che il segno sia o meno armonico, considerando anche l’intensità e la ripetizione dello stesso,, assumerà una connotazione positiva o negativa. Molto importanti sono anche le lettere finali, sintomo per Michon di estrema spontaneità e quindi maggiormente indicative del carattere dell’individuo.


Attraverso la scrittura è possibile descrivere la personalità di un soggetto basandosi sui segni dominanti, vale a dire quelli con maggiore rilevanza, e sui segni complessi, ovvero formati da più segni semplici. Viene elaborato un complesso quadro psicologico per creare un riferimento al grafologo nell’analisi della scrittura, diviso in numerosi fattori, ordini e generi.


Nella grafologia francese, sono stati principalmente individuati alcuni precisi criteri, attraverso l’osservazione dell’ambiente grafico,  in cui diverse grandi categoria grafologiche devono essere prese in considerazione:

  1. il grado di evoluzione della scrittura: inorganizzata, organizzata, disorganizzata;

  2. il grado di armonia del grafismo;

  3. la qualità del tratto;

  4. il rapporto Forma - Movimento

  5. il Ritmo

  6. Il livello vitale di una scrittura, ossia Formniveau, secondo il termine tedesco ormai entrato nell’uso comune.

Michon era per altro convinto che l’anima ed il pensiero dello scrivente si manifestassero attraverso un legame intimo con la scrittura. Egli sosteneva infatti che ogni movimento fisico dell’uomo è una manifestazione dell’anima.

Jules Crépieux-Jamin seguì le tracce di Michon, e può essere considerato il capostipite della scuola francese. Egli creò i quindici principi che devono tener presente tutti i grafologi. La teoria di Crépieux-Jamin si basa, soprattutto, sul suo concetto di armonia.


Nella grafologia francese, tuttavia, vengono tenuti presenti anche gli studi di Max Pulver, per quanto riguarda il simbolismo spaziale, di Ludwig Klages per quanto riguarda il ritmo, (considerato anche da Robert Heiss, seppur oggi con diverse modalità, più legato al rapporta forma-movimento) e Pophal per quanto riguarda la tensione  (anche se oggi non viene più preso in considerazione, a causa della scoperta di meccanismi estremamente complessi che creano la tensione del movimento).


A questi autori ed a una sintesi dell’osservazione dell’ambiente grafico, si rimanda nelle specifiche pagine per ulteriori approfondimenti.

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