L’accento viene posto in particolare sulla spontaneità del movimento scrittorio e sulla variazione della grafia solo entro limiti ben definiti per ogni singolo individuo. Tali variazioni evolvono e si modificano però con l’età.
Jean Michon, nello spiegare i suoi concetti grafologici, definisce diverse “leggi”. Molto importante è l’organizzazione o la disorganizzazione delle diverse lettere, più una lettera è armonica e più lo scrivente si avvicina alla perfezione intellettiva e morale. A tal fine presenta ogni lettera dell’alfabeto, evidenziando alcuni segni grafologici verificabili. In tutto ne classifica circa 160.
A seconda che il segno sia o meno armonico, considerando anche l’intensità e la ripetizione dello stesso,, assumerà una connotazione positiva o negativa. Molto importanti sono anche le lettere finali, sintomo per Michon di estrema spontaneità e quindi maggiormente indicative del carattere dell’individuo.
Attraverso la scrittura è possibile descrivere la personalità di un soggetto basandosi sui segni dominanti, vale a dire quelli con maggiore rilevanza, e sui segni complessi, ovvero formati da più segni semplici. Viene elaborato un complesso quadro psicologico per creare un riferimento al grafologo nell’analisi della scrittura, diviso in numerosi fattori, ordini e generi.
Nella grafologia francese, sono stati principalmente individuati alcuni precisi criteri, attraverso l’osservazione dell’ambiente grafico, in cui diverse grandi categoria grafologiche devono essere prese in considerazione:
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•il grado di evoluzione della scrittura: inorganizzata, organizzata, disorganizzata;
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•il grado di armonia del grafismo;
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•la qualità del tratto;
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•il rapporto Forma - Movimento
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•il Ritmo
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•Il livello vitale di una scrittura, ossia Formniveau, secondo il termine tedesco ormai entrato nell’uso comune.